Rivedere il piano predisposto dal Governo, gli imprenditori balneari vogliono investire ed hanno diritto a certezze per il proprio futuro
“In un progetto del Governo, che conosciamo solo per sommi capi e, quindi, ancora informale, dove, tra l'altro, si parla anche di turismo, ci aspettavamo di trovare sostegno e supporto alle 30.000 imprese balneari e oltre 100.000 addetti diretti. E' vero che si tratta di linee strategiche, ma affrontare problematiche di tale rilevanza economica e sociale valutandone solo gli aspetti economici - come si fa nel piano ‘Destinazione Italia’ - ci sembra riduttivo e fuori dalla realtà. Tanto più che, tornando a parlare genericamente di gare, si rischia di ricreare un clima irrespirabile al quale non potremo che reagire con durezza e determinazione. Se, poi, l'obiettivo è quello di cercare i presupposti per creare nuove e importanti opportunità di investimento chi meglio di noi lo può fare? Abbiamo dalla nostra parte la lunga tradizione di un sistema unico in Europa, l'esperienza necessaria, la volontà di investire purchè si creino le condizioni per poterlo fare. Se è utile cercare investitori stranieri, lo è ancora di più creare le condizioni per chi è già nel settore, nell'interesse sia delle imprese esistenti che del turismo balneare italiano” – è quanto affermano in una nota congiunta Riccardo Borgo, S.I.B. – Sindacato Italiano Balneari FIPE/Confcommercio, Vincenzo Lardinelli, FIBA – Confesercenti, e Cristiano Tomei CNA – Balneatori.