Incontro nell’aula magna Palafijlkam di balneari e commercianti con Raffaele Cantone e Francesco Caringella. “Più presenza dello Stato? Lo Stato siete voi”
Raffaele Cantone e Francesco Caringella, magistrati di altissimo rango nell’apparato statale, ai commercianti e imprenditori in un gremitissimo convegno chiedevano un aiuto per uscire dal pantano mediatico in cui è stata trascinata Ostia, hanno dato la risposta che forse era la meno attesa: “La mancanza delle istituzioni è un alibi: la mafia si alimenta di omertà, di distrazione, di complicità”.
“Imprenditoria e legalità” era il tema del dibattito promosso da associazioni e sindacati del territorio che vogliono far ripartire l’economia locale all’insegna della legalità. Tra gli ospiti anche gli amministratori e le forze dell’ordine. In prima fila il capogruppo M5S del Comune di Roma, Paolo Ferrara, il capogruppo capitolino di Forza Italia, Davide Bordoni, la presidente del X Municipio, Giuliana Di Pillo, il colonnello comandante del Gruppo Ostia dei Carabinieri Pasqualino Toscani e molti altri. Presenti anche tre dei cinque assessori della passata Giunta municipale la cui azione di governo è stata interrotta dall’arresto e poi dalla condanna a 5 anni per corruzione dell’ex presidente Andrea Tassone.
Nella sua introduzione il presidente dell’Ascom, Armando Vitali, ha lanciato un grido di dolore e al tempo stesso un appello. Dopo aver citato le eccellenze socio-culturali di un territorio che ha “sette teatri e la più bassa dispersione scolastica” ha individuato in quanto accaduto a Ostia un errore di comunicazione nel non aver saputo valorizzare gli aspetti positivi della comunità e non aver ammesso la presenza di quel pezzo piccolo di città in mano alla criminalità.
Un appello alla dignità è venuto da Rosella Pizzuti, presidente del SIB. “Noi non nascondiamo la testa sotto la sabbia ma tiriamo fuori tutti insieme ciò che è bello del territorio – ha detto rivolgendosi poi alle Autorità – Abbiamo bisogno della politica, dell’amministrazione, delle forze dell’ordine per andare avanti e crescere”. Pizzuti ha anche denunciato che nonostante tre richieste di incontro con gli amministratori locali, nessuno ancora si è confrontato con il SIB.
Raffaele Cantone ha esordito ricordando le sue esperienze da magistrato in terra di camorra. “Quando sciogliemmo un comune per camorra – ha raccontato Cantone – l’atteggiamento dei cittadini è stato di disonore. Dicevano che quella decisione aveva portato la vergogna in faccia. Non è questa la reazione giusta. Il vostro è stato in primo municipio sciolto per mafia nella storia italiana. Giusti o no che siano stati, i provvedimenti vanno rispettati. Consideratela una grande occasione per ripartire: i problemi, come ha ammesso il presidente Vitali, ci sono stati e rispetto a questa occasione la logica non può essere quella di evidenziare solo gli aspetti positivi di questa città e di questa comunità”.
Cantone ha poi insistito sottolineando che “usura ed estorsione, che sono stati da voi descritti come fenomeni marginali, sono realmente tali soltanto a patto che ci sia una forte vicinanza tra le persone perbene”. “Vedete – ha rimproverato Cantone – la mancanza delle istituzioni è un alibi. La camorra si alimenta di omertà, di distrazione, di complicità. Cosa fare a Ostia? Questa vostra città, la vostra economia, può risorgere solo grazie alla vostra capacità di fare rete tra imprenditori e cittadini, solo per la vostra capacità di non nascondere e di evidenziare che il corpo intermedio è fatto di persone perbene, che questa gente non passerà”.
Raffaele Cantone: “La mafia a Ostia si vince rinunciando alla omertà e facendo rete”
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