NOTA DI ANTONIO GIANNOTTI, PRESIDENTE S.I.B. CALABRIA, ADERENTE A FIPE/CONFCOMMERCIO

Apr
20
2017

Cosenza, 20 aprile 2017

La proposta di legge della Giunta Regionale nr. 229/10, approvata con delibera nr. 138 del 07.04.2017, se da un lato sblocca positivamente l’attività concessoria nel caso di mancato approvazione del piano comunale della spiaggia da parte dei Comuni, dall’altro introduce alcuni elementi normativi inaccettabili oltre che costituzionalmente illegittimi. 

Al comma 4 dell’articolo 1, infatti, si esclude un indennizzo nel caso di revoca delle concessioni demaniali rilasciate nelle more dell’approvazione dei PCS nel caso di contrasto con il piano medesimo, mentre al comma secondo dell’articolo 2 si esclude ogni possibile proroga delle concessioni in essere oltre a quella contenuta nell’articolo 1 comma 18 della legge nr. 25 del 26 febbraio 2010. È emblematico come, in un momento come questo di incertezza per il settore delle imprese balneari italiane, si voglia penalizzare a priori tutta la categoria che costituisce, da sempre, il ‘fiore all’occhiello’ dell’offerta turistica e una risorsa formidabile, sia dal punto di vista economico che occupazionale, per la nostra regione.  

Siffatte esclusioni, sia dell’indennizzo che di una ulteriore proroga, invadono una competenza per materia che è esclusiva dello Stato (ex art. 117 comma secondo lettera e). La Regione Calabria non può, infatti, disciplinare ciò che, invece, compete allo Stato in ordine sia al riconoscimento di un indennizzo sia di eventuali ulteriori estensioni della scadenza delle concessioni demaniali marittime. 

A tal proposito giova ricordare che è iniziato presso la VI e X Commissioni della Camera dei Deputati l’iter legislativo sul Ddl 4302 che prevede la delega al Governo per una riforma organica della disciplina sulle concessioni demaniali marittime. Così come è importante sottolineare che proprio nella giornata di ieri si è tenuta la riunione congiunta delle Commissioni turismo e demanio della Conferenza delle Regioni che si è conclusa ribadendo, all’unanimità, il sostegno di tutte le Regioni italiane verso le imprese balneari. 

Riteniamo che le su esposte disposizioni della proposta di legge regionale contraddicono questa manifestazione di volontà politica e ingenerano ulteriore incertezza nel settore della balneazione attrezzata. Tutto questo certamente non aiuta il turismo e lo sviluppo economico della Calabria. Confidiamo, pertanto, che il Consiglio regionale in occasione del loro esame abroghi tali norme inopportune e costituzionalmente illegittime. La Giunta, poi, ha agito senza nessun confronto con i rappresentanti di categoria, cosa del tutto inusuale, in quanto, sempre in passato, anche su questioni di minore impatto, il confronto e la concertazione ci sono state.