Abbiamo trasmesso alla V^ Commissione Bilancio del Senato la Memoria scritta recante le nostre osservazioni in merito al contenuto del disegno di legge A.S. nr. 1766 per la conversione del D.l. n. 18 cd Cura Italia.
Nella Memoria abbiamo evidenziato che l’emergenza sanitaria preoccupa enormemente anche le 30.000 aziende balneari italiane in quanto il perdurare dell’emergenza sanitaria rischia di compromettere la stagione estiva e che il segmento “mare” rappresenta oltre un terzo dei 430 milioni di presenze turistiche che lo scorso anno hanno scelto il nostro Paese anche per la quantità e qualità dei servizi da noi assicurati.
A fronte della obbiettiva e nota rilevanza economica del settore abbiamo espresso il nostro sconcerto per la mancanza, nell’A.S. nr. 1766, di specifiche disposizioni riguardanti la balneazione attrezzata italiana perpetuando l'assurda e ingiustificata discriminazione nei confronti delle imprese balneari rispetto a quelle ricettive e di tutta la filiera turistica (si è ricordato la diversità delle aliquote IVA: del 22% per le nostre aziende e del 10% per le altre).
Si è anche sottolineato l’impossibilità per i dipendenti delle aziende balneari, in quanto stagionali il cui contratto non era pendente al 23 febbraio 2020 (art. 19 comma 8 e 22 comma 3), di poter usufruire dei benefici previsti dal Decreto (trattamento di integrazione salariale, assegno ordinario e della Cassa integrazione in deroga).
Abbiamo, quindi, sommariamente proposto:
- l’estensione alle aziende balneari di tutte le provvidenze di carattere economico previste per il settore ricettivo e turistico;
- il riconoscimento anche ai nostri dipendenti, ancorché assunti successivamente al 23 febbraio scorso o non ancora assunti, dell’accesso alle prestazioni di integrazione salariale e di sostegno al reddito;
- la definizione agevolata delle liti pendenti riguardanti i cd pertinenziali con il superamento definitivo dei canoni cd OMI.
Ma abbiamo sottolineato, soprattutto, che al di là delle misure economiche che possono essere ostacolate dalla limitatezza delle risorse pubbliche, la messa in sicurezza e la salvaguardia del settore, può e dev’essere assicurata mediante misure esclusivamente normative e/o amministrative:
- l’urgenza di un atto normativo chiarificatore che elimini ogni incertezza interpretativa per l’applicazione, da parte degli Enti concedenti della legge nr. 145/2018 attraverso la fissazione di un termine perentorio entro il quale gli stessi siano tenuti a formalizzare la nuova e diversa scadenza delle concessioni demaniali.
- l’applicazione anche agli stabilimenti balneari dello stesso trattamento riservato agli ambulanti con la legge 30 dicembre 2018 nr. 145 prevedendo la loro esclusione dall’applicazione della cd Direttiva servizi.
Disposizioni “a costo zero” per le casse erariali ma fondamentali per la competitività del turismo italiano sin qui garantito anche dai servizi di qualità e di eccellenza forniti dalla balneazione attrezzata del nostro Paese.
Abbiamo, quindi, concluso osservando che l’assenza di una prospettiva di continuità aziendale pregiudica, dopo l’emergenza sanitaria, la fornitura del contributo del settore per la ripresa economica e sociale compromettendo, definitivamente e irrimediabilmente, il ruolo e il posizionamento turistico del Paese nel mercato internazionale delle vacanze.