Nella seduta di ieri della VI Commissione che sta esaminando il cd Decreto fiscale al quale sono stati presentati numerosi emendamenti che riguardano il nostro settore e da noi proposti, il presidente della Commissione Bagnai, ha avvisato che la votazione sugli stessi potrà avere luogo a partire da lunedì 19 novembre.
Nel contempo l’aula del Senato ha in calendario l’esame di questo atto legislativo dal successivo martedì 20 mentre il voto finale è stato fissato per il 22 novembre.
Nell’intesa sugli emendamenti da approvare raggiunta ieri sera nella riunione dei partiti di maggioranza, presenti Salvini e Di Maio, non vi sono quelli che riguardano i balneari ad eccezione di una norma di interpretazione autentiche che eliminerebbe la possibilità di chiedere l’IMU sugli ombrelloni.
Dispiace ed amareggia che, a dispetto delle rassicurazioni e parole di vicinanza la maggioranza di Governo nulla intende fare per venire incontro, con soluzioni normative efficaci ai problemi della categoria che è inutile qui anche ormai ribadire e menzionare.
Spetta al Senato, nell’inerzia o nell’impotenza del Governo, approvare, nei primi giorni della prossima settimana le proposte normative che sono state presentate e che quindi sono al suo esame.
I Senatori sono chiamati ad assumersi le proprie responsabilità davanti alla categoria e al Paese: su ognuno degli emendamenti proposti adesso si tratta di dire un “si”, un “si con modifiche” o un “no”.
Sull’allungamento della durata delle concessioni, sull’eliminazione dei canoni pertinenziali, sullo smontaggio, ecc: devono dire se sono d’accordo o meno.
Alibi e pretesti sono inaccettabili.
Invitiamo tutte le organizzazioni territoriali, tutti gli associati e tutti i balneari ad attivarsi verso i Senatori del proprio territorio per invitarli a dare il proprio fattivo contributo per finalmente passare dopo otto anni, dal “cielo” delle vuote chiacchiere alla “terra” delle disposizioni normative.
Come più volte ribadito la Politica, tutta, sappia che sulla “questione balneare” è arrivato il tempo che si parli solo ed esclusivamente con la voce delle leggi.