Dopo ben 9 giorni dal suo varo da parte del Consiglio dei Ministri è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e di conseguenza è entrato già in vigore, il Decreto Legge 16 luglio 2020, n. 76, c.d. “Semplificazioni”.
Fatto salvo un doveroso ulteriore approfondimento, dall’esame complessivo del decreto legge si ricava la netta impressione che per le aziende balneari si tratta di una ulteriore occasione mancata di modernizzazione normativa sia per il mancato inserimento delle norme a tutela dei cd pertinenziali sorprendentemente stralciate all’ultimo momento dal cd decreto Rilancio che per l’assenza di alcuna misura di semplificazione burocratica del nostro settore.
A tal proposito si pensi alla mancata opportuna estensione dell’ambito di applicazione del cd “silenzio assenso”, ex art. 20 legge 7 agosto 1990 n. 241, al fine di superare l’inerzia amministrativa che purtroppo si sta registrando nell’applicazione della legge sulla estensione della durata delle concessioni demaniali marittime (art. 1 comma 682 e segg. della legge nr. 145 del 30 dicembre 2018).
Oppure alla mancata abrogazione, per gli interventi edilizi sul demanio marittimo, dell’autorizzazione ex art. 19 d.lgs. 8 novembre 1990, n. 374 rilasciata dal Direttore della circoscrizione doganale in quanto il demanio, anacronisticamente, continua ad essere considerato confine dello Stato.
Per non menzionare la necessità del superamento della distinzione fra facile e difficile sgombero, ex art 49 del Codice della Navigazione del lontano 1942, non più corrispondente allo sviluppo delle tecniche costruttive e dei materiali edilizi.
E si potrebbe continuare con la persistente rilevanza penale delle innovazioni non autorizzate come l’installazione, o persino la loro diversa ubicazione, di cabine o servizi tecnologici ex articolo 1161 del Codice della Navigazione (unica contravvenzione dello stesso Codice a non essere stata ancora depenalizzata).
E ancora con l’obbligo del parere delle Sovrintendenze per impianti e attrezzature ancorché le stesse siano perfettamente conformi ai Piani spiaggia dalle stesse approvate.
Pertanto, su queste, come sulle altre problematiche che riguardano le nostre aziende, solleciteremo il Parlamento e il Governo per le opportune e doverose modificazioni ed integrazioni nel corso dell’iter di conversione di questo decreto legge.
In definitiva è necessario continuare nella nostra incessante iniziativa sindacale per l’efficientamento burocratico del settore e per la definitiva messa in sicurezza giuridica ed economica della balneazione attrezzata italiana.