L’attuale Commissaria per il mercato interno, Elżbieta Bieńkowska, ha risposto ad alcune interrogazioni di parlamentari europei finalizzate a chiedere una valutazione della Commissione europea sulle opinioni personali, espresse recentemente dall’ex Commissario Fritz Bolkestein, circa la non applicabilità alle concessioni balneari della Direttiva europea che porta il suo nome.
La Commissaria polacca si è limitata a richiamare i contenuti della sentenza della CGUE del 14 luglio 2016 Promoimpresa ribadendo, stancamente e per l’ennesima volta, quanto la Commissione europea, sia attuale che quella precedente, hanno sempre sostenuto e cioè che le concessioni demaniali “rientrano, quindi, nell'ambito delle disposizioni pertinenti del diritto dell'UE”.
Negli ultimi nove anni ci sono state decine di interrogazioni dello stesso tenore da parte di parlamentari europei e la Commissione europea ha sempre riconfermato questa propria valutazione.
Così come la Commissione europea, nel contempo, non si è mai espressa su una nuova legge italiana che disciplini la materia perché ciò rientra nelle prerogative dello Stato italiano.
Anzi, sia la burocrazia di Bruxelles che i membri della Commissione europea, hanno sempre sottolineato che spetta allo Stato italiano normare la materia.
Anche questa volta la Commissaria Bieńkowska nulla ha osservato o obbiettato sulla specifica richiesta dei parlamentari interroganti “se eventuali norme nazionali in linea” con l’opinione dell’ex Commissario Bolkestein “possano dare luogo a una riapertura della procedura di infrazione”.
Lo Stato italiano ha tutte le competenze e gli elementi di valutazione giuridici, offerti anche da una copiosa giurisprudenza (prime fra tutte le sentenze della CGUE del 2016 Promoimpresa e Laezza), per normare correttamente questa materia in conformità al diritto europeo che - ripetiamo e sottolineamo - solo una visione miope e provinciale considera esclusivamente come tutela della concorrenza trascurando colposamente o, a questo punto sospettiamo dolosamente, quella del legittimo affidamento e della proprietà aziendale.
Ecco perchè non condividiamo affatto la posizione di chi sostiene che, per risolvere il problema delle concessioni demaniali, si “debba andare in Europa” o che si debba chiedere un qualche permesso alla Commissione europea.
La Spagna quando ha modificato, nell’ottobre del 2012, la sua Ley de costas del 1988 prevedendo proroghe pluridecennali “non è andata in Europa”: ha approvato la sua riforma punto e basta!
E lo ha fatto proprio invocando la tutela della proprietà.
Siamo convinti che, sul punto, il nuovo Governo avrà una posizione di rigorosa difesa degli interessi nazionali, almeno come quella spagnola, tutelando la balneazione attrezzata del nostro Paese senza dover andare “con il cappello in mano” davanti alla Commissione europea.
E confortano e rafforzano siffatta nostra convinzione anche le ultime dichiarazioni rese in merito dal Ministro Centinaio.
Insistiamo e fiduciosi attendiamo che il Governo, da subito, con semplice delibera del Consiglio dei Ministri , rinunci all’impugnativa davanti alla Corte costituzionale avverso le due leggi liguri e, entro quest’anno, adotti un disegno di legge che le trasformi in leggi nazionali.
Basta con gli inutili pellegrinaggi della speranza a Bruxelles!