Il S.I.B. intensifica la propria azione sindacale a tutela della categoria e contro la Direttiva Bolkestein, per evitare la messa all’asta delle aziende balneari.
“Buongiorno Ministro, innanzitutto Le porto i saluti dell'intera Confederazione della Confcommercio e La ringrazio per essere venuto qui nella nostra Calabria dove centinaia e centinaia di famiglie hanno le proprie attività sul demanio marittimo, mi riferisco a stabilimenti balneari, campeggi ad attività nautiche”, con queste parole Antonio Giannotti, presidente S.I.B. Sindacato Italiano Balneari Calabria, ha incontrato a Tropea Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con delega al Turismo. “Personalmente La ringrazio per aver preso a cuore, sin dai primi giorni del suo incarico - continua Giannotti - questo problema che ormai attanaglia e svilisce tutto il lavoro degli operatori turistici sul demanio marittimo.
Il mio sarà un intervento bravissimo, è giusto che in questo momento si dia spazio alla politica, quindi al Governo, perché da esso dovranno uscire le soluzioni e la strada per dare certezza alle centinaia di imprese che insistono sul demanio marittimo della Regione Calabria.
Oggi più che mai - caro Ministro - è estremamente importante che la politica prenda in seria considerazione la situazione delle imprese turistiche balneari, alle quali una cieca normativa europea, la cosiddetta Direttiva Bolkestein, (con la sua errata interpretazione), vuole prospettare un futuro devastante, per noi imprenditori e per le nostre famiglie.
Lo Stato può uccidere quelle imprese che, anche con i propri valori, si sono fidati e affidati alle leggi italiane e che fino a poco tempo fa tutelava? Imprese che hanno una storia importante alle spalle, alcune alla seconda generazione, mentre la maggior parte esistono da oltre 25 anni, sorte grazie all'impegno, al sacrificio e ai rischi che gli imprenditori hanno profuso per rendere fruibili e qualificati spiagge che spesso erano abbandonate, sporche e in alcuni casi addirittura di difficile accesso.
In queste nostre aree sono nati in questo modo campeggi, attività di servizi nautici, stabilimenti balneari che danno lustro alle zone dove si sono insediate, divenendo spesso dei veri ‘attrattori turistici’ per il Paese, realizzando lavoro diretto e indotto in una realtà dove l'unica risorsa economica e lavorativa, purtroppo, è rappresentata proprio dal turismo.
La nascita, lo sviluppo e la vita di queste imprese è stato possibile anche grazie al Codice della Navigazione che, in virtù dell’art. 37, prevedeva il diritto di insistenza che garantiva il rinnovo delle autorizzazioni anno per anno. Questo diritto si è consolidato con la legge n. 494 del ‘93 che ha portato la durata delle concessioni a 4 anni e, successivamente, nel 2001, con la legge n. 88, si sono ottenute, in questo modo, maggiori certezze in quanto la durata della concessione fu portata a 6 anni rinnovabile automaticamente.
Da quel momento si è potuto accedere a mutui e a prestiti che ci hanno consentito di investire, migliorando, di fatto, l’offerta turistica del nostro Paese.
Successivamente le Regioni bagnate dal mare, come la Calabria, con la legge regionale numero 17 del 2005 stabilirono la previsione del piano di indirizzo regionale per la redazione dei piani comunali di spiaggia, e ad oggi quasi tutti i comuni della Calabria sono dotati di questo piano e quindi di strumenti urbanistici che consentono di migliorare e qualificare l'offerta turistica per le attività sul demanio marittimo.
Ma qui - Ministro - si verifica un vero e proprio controsenso, perché mentre se da una parte lo Stato ci spinge ad investire sempre più sulla propria azienda, dall'altra ci informa che ce la toglierà per metterla all’asta.
Ecco perché questa Direttiva, per come viene interpretata ed applicata, è estremamente ingiusta, in quanto colpisce la tutela di un'attività creata e finanziata solo ed esclusivamente dai concessionari (veri e propri fiduciari dello Stato) che sottostanno a regole e pareri dei diversi enti in maniera onesta, garantendo sicurezza, tutela ambientale e presidio della legalità.
Il nostro Paese - caro Ministro - alcune volte è veramente ‘strano’ come in questo caso nel quale una intera categoria di regolari concessionari demaniali, che hanno creato le loro aziende seguendo e rispettando tutte le norme dello Stato, ora rischia di essere ‘scippata’ delle proprie attività dallo Stato, mentre ad occupanti abusivi che hanno costruito sul demanio marittimo edifici a più piani, non sempre armonici con l'ambiente, gli viene data la possibilità di acquistare e di sanare le opere a prezzi stracciati così come avvenuto a Vibo Valentia, ai famosi pennelli a Praia a Mare per la zona ex Demanio marittimo legge 113 e altre zone del nord.
Attenzione, questo a me assolutamente non dispiace, in quanto anche da amministratore locale ho agevolato queste cessioni perché vanno a sanare situazioni critiche di non facile soluzione, ma mi fanno gridare ancora con più forza la richiesta di tutela per quei concessionari regolari e onesti che hanno avuto la sfortuna di credere in uno Stato di diritto che non avrebbe mai cancellato con un ‘colpo di spugna’ la vita e il futuro di migliaia di famiglie italiane, danneggiando il comparto turistico nazionale e soprattutto l’offerta dei nostri servizi di spiaggia.
Per questo - Ministro - confidiamo nel Suo operato e nell'operato di questo Governo su cui noi concessionari demaniali calabresi riponiamo davvero una grande fiducia”.