Capacchione su ‘Friday for future’: pieno e convinto sostegno da parte degli imprenditori balneari italiani alle migliaia di ragazze e ragazzi che chiedono interventi urgenti per contrastare i cambiamenti climatici

Set
28
2019
Natura

Il cambiamento climatico non è un’ipotesi scientifica ma, purtroppo, drammaticamente un fenomeno già in atto. Lo sanno bene anche le 30.000 imprese balneari italiane che vedono la spiaggia ridursi ogni anno di più per il fenomeno erosivo, aggravato dall’innalzamento del livello del mare, e che sono state danneggiate seriamente dai fenomeni atmosferici estremi verificatesi lo scorso maggio dall’Abruzzo alla Sicilia; dalla Puglia al Lazio. Per non menzionare il violento e distruttivo fortunale che ha interessato la costa italiana (dalla Liguria al Veneto; dalla Toscana alla Sardegna) nell’ottobre del 2018. “Ci auguriamo che Governo e Istituzioni ascoltino il grido di aiuto che viene lanciato dalle piazze del nostro Paese – afferma Antonio Capacchione, presidente del SIB, Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommerio - e, per quanto riguarda il contrasto del fenomeno erosivo, superino il ritardo accumulato nella predisposizione di un piano nazionale o che, almeno, emanino le linee guida statali, (che stiamo ancora aspettando), per gli interventi su questa problematica previsti dall’art. 89 del decreto legislativo del lontano 31 marzo 1998 nr. 112. Le imprese balneari sono pronte a fare la propria parte e a contribuire, anche finanziariamente, se solo fossero messe nella condizione di avere certezze per il proprio futuro attraverso la disapplicazione, nei loro confronti, della Direttiva Bolkestein.