Si tratta della prima conseguenza per l'incremento dei canoni demaniali
"Chi potrà aumenterà le tariffe, altri ridurranno il personale, altri ancora non investiranno più, e ci sarà chi addirittura chiuderà subito i battenti a causa dell'aumento dei canoni demaniali marittimi, per buona 'pace' dell'offerta turistica italiana". Queste le fortissime preoccupazioni espresse oggi da Riccardo Scarselli Presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari FIPE/Confcommercio, dopo una riunione con i propri associati, circa 10.000 imprenditori balneari. "Si tratta della prima, inevitabile, conseguenza legata all'aumento del 250% dei canoni demaniali marittimi ad uso turistico-ricreativo, ma le spiacevoli sorprese, non solo per i nostri clienti, non terminano qui. Per molti stabilimenti balneari il 2004 sarà ricordato come l'ultimo anno di apertura, continua Scarselli, grazie a questo provvedimento, assolutamente iniquo, molte strutture saranno obbligate a chiudere l'attività e a licenziare il personale". Restano 'solo' cinque giorni per scongiurare questo pericolo, (il 30 giugno è il termine ultimo per ratificare il decreto di proroga). Gli imprenditori balneari auspicano da tempo un tavolo di concertazione per affrontare la materia ed hanno attuato numerose forme di protesta per 'catturare' l'attenzione delle Istituzioni, (manifestazioni di piazza, bandiere a mezz'asta, fino ad annunciare la serrata), il Governo, però, ad oggi, è rimasto sordo a qualsiasi legittima richiesta della categoria.
Questo atteggiamento corre il serio rischio di far 'annegare' un comparto fondamentale del turismo, e di conseguenza, danneggiare fortemente l'immagine e l'economia del nostro Paese.