Dopo approfondita valutazione nei nostri Organi dirigenti riteniamo che le nuove disposizioni sulle concessioni demaniali contenute nel cd Decreto Infrazioni approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 4 settembre siano profondamente sbagliate, ingiuste e dannose.
Sbagliate perché prescindono dalla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione dell'obbligo di pubblica evidenza così come chiarito dalla giurisprudenza europea: la sussistenza o meno della cd scarsità della risorsa o la rilevanza transfrontaliera della concessione.
Ingiuste perché determinano la confisca delle aziende attualmente operanti senza un indennizzo adeguato alla perdita dell'effettivo valore commerciale delle aziende così come prescritto dalla legge 5 agosto 2022 nr. 118 varata dal precedente Governo.
Dannose perché, di fatto, distruggono la balneazione attrezzata italiana così come realizzata nel nostro Paese e che non riguarda solo gli stabilimenti balneari ma tutte le aziende che operano sul demanio: dai ristoranti ai chioschi; dagli alberghi ai campeggi.
Si tratta, in definitiva, della parte più preziosa del turismo italiano (il segmento mare è quello di gran lunga più rilevante sia per la domanda che per l’offerta) realizzata esclusivamente su iniziativa degli operatori.
Sono disposizioni che necessitano, quindi, di sostanziali modifiche da parte del Parlamento, in sede di conversione in legge, per un giusto e corretto bilanciamento fra le esigenze di una maggiore concorrenza e la salvaguardia dei diritti dei concessionari attualmente operanti.
Siamo, pertanto, costretti a continuare nella mobilitazione della categoria che ha avuto momenti salienti nella manifestazione dell’11 aprile in Piazza Santi Apostoli e nel cd “sciopero gentile” dello scorso 9 agosto.
Nei prossimi giorni organizzeremo assemblee in ogni Regione aperte alla partecipazione dei cittadini, delle Associazioni e dei rappresentanti delle Istituzioni sia territoriali che nazionali per il più ampio coinvolgimento del Paese nella giusta battaglia che abbiamo intrapreso.
Non escludiamo nessuna delle forme di lotta ed iniziative sindacali che dovessero essere necessarie per tutelare il lavoro, il frutto del proprio lavoro e un modello di balneazione efficiente e di successo che il Mondo ci invidia.