Imprenditori balneari e Istituzioni a confronto: il prossimo anno in pericolo l’apertura di 300 imprese e centinaia di posti di lavoro in Campania.
Questo il titolo del convegno organizzato domani 29 novembre a Napoli dal S.I.B. Sindacato Italiano Balneari – Campania (aderente a Confcommercio) e dall’Unioncamere Campania, presso la Camera di Commercio di Napoli a partire dalle ore 10,30.
Oggi ci dobbiamo confrontare con una gravissima ed insostenibile condizione di crisi economica-amministrativa nella quale sono state coinvolte, tra le altre, centinaia di aziende balneari della costa campana. Questo comparto, da sempre elemento fondamentale e trainante per l’economia della regione, si trova in seria difficoltà e con esso oltre 1.000 aziende e 50.000 addetti che con grande senso di responsabilità hanno dato il massimo sia per quanto riguarda gli investimenti che l’offerta di servizi turistici di qualità. Ma da soli non è più possibile andare avanti. E’ in pericolo il futuro di migliaia di famiglie, soprattutto giovani, che, viceversa, se adeguatamente supportate e stimolate potrebbe costituire, un domani, la formidabile base per creare migliaia di nuovi preziosi posti di lavoro.
A nome delle nostre famiglie chiediamo e pretendiamo un intervento deciso da parte della politica e delle Amministrazioni a tutti i livelli per avere quelle certezze che sono condizione imprescindibile per poter effettuare programmi a breve, medio e lungo termine.
Oggi dobbiamo affrontare da soli molti e difficili problemi tra i quali: l'assenza di una definitiva regolamentazione delle concessioni demaniali marittime secondo criteri certi e definitivi; la mancanza di un piano spiaggia Regionale, (meglio conosciuto come PUAD); l'erosione incessante della costa; i disastri ambientali con conseguenti divieti di balneazione; la direttiva europea Bolkestein; l'applicazione sconsiderata, non equa e non giustificata, dei canoni demaniali marittimi che rischia di diventare, per centinaia di aziende, il fallimento dell'impresa; l'IVA al 22% contro il 10% delle altre imprese turistiche; una addizionale Regionale sulla concessione del 100% che altro non è che, una tassa sulla tassa, e molto altro ancora.
Non vogliamo, poi, che si ripeta mai più quanto accaduto la scorsa estate sul litorale Domizio con la chiusura degli stabilimenti balneari a Giugliano. Quel provvedimento ha avuto come conseguenza disastrosa, ma prevedibile, di dare una pessima immagine dell’offerta turistica della nostra regione. Siamo, purtroppo, tutti consapevoli che ci vorranno anni prima che si riescano a sanare i gravissimi danni, anche di immagine, scriteriata conseguenza di quell’atto. Non vogliamo essere considerati una Italia di serie ‘B’. Il comparto balneare è stato il ‘fiore all’occhiello’ dell’offerta turistica italiana, deve ritornare ad esserlo ma ognuno deve dare il proprio contributo: noi siamo pronti a farlo, vogliamo e pretendiamo le Istituzioni al nostro fianco.
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