TURISMO BALNEARE: DA GENOVA ATTESI RISULTATI

Set
20
2004

Gli imprenditori chiedono risposte chiare in merito ai canoni demaniali marittimi. “A distanza di due anni la Conferenza sul Turismo Italiano di Genova affronta gli stessi argomenti della precedente, ma, come già accaduto a Lamezia Terme, difetta nei risultati”. Queste le affermazioni di Riccardo Scarselli, Presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari FIPE/Confcommercio. Il turismo italiano è caratterizzato da una pluralità di servizi, alcuni davvero unici, che troppo spesso scontano gravi carenze di programmazione, tanto è vero che ha perso il 1° posto detenuto negli anni ’90, ed oggi rischia di venire relegato ancora più in basso. “La ‘componente pubblica’ deve mantenere la funzione di indirizzo, quella ‘imprenditoriale’, invece, deve avere un ruolo operativo, suggerisce Scarselli”. Fino ad oggi abbiamo registrato una scarsa attenzione del Governo ai problemi del turismo italiano, i canoni demaniali marittimi ne sono la dimostrazione più lampante. Agli imprenditori balneari viene assegnata un’area nuda che devono attrezzare e valorizzare, i previsti aumenti dei canoni, però, serviranno ‘soltanto’ a penalizzare coloro i quali investono su di un bene che, tra l’altro, non sarà mai di proprietà. Secondo Scarselli sono 3 i punti cardine del turismo italiano da sviluppare: la formazione dell’accoglienza, la ristrutturazione delle imprese e la riqualificazione territoriale. Il S.I.B. chiede, quindi, al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti l’immediata costituzione e convocazione di un tavolo tecnico che entro il 30 ottobre, attraverso la concertazione di Governo, Regioni e categorie interessate, dovrà individuare nuovi criteri di calcolo dei canoni demaniali marittimi per le imprese turistico ricreative in alternativa all’aumento indiscriminato previsto dalla Finanziaria 2004 nella percentuale del 300%. Al Ministero delle Attività Produttive chiede, infine, un intervento volto a definire uno “statuto d’impresa” in grado di individuare lo stabilimento balneare come un tipo autonomo di impresa turistica e garantire termini e condizioni idonee per l’esercizio della propria attività in alternativa alla precarietà ed alle incertezze del ‘regime concessorio’ scaturenti dal Codice della Navigazione.