Mario Morra (S.I.B.): “Duecento anni di storia non possono e non devono essere disperse insieme alle professionalità degli imprenditori balneari che hanno avuto il merito di preservare e di mettere a sistema le bellezze naturali costiere del nostro Paese”.
Gli stabilimenti balneari costituiscono da oltre due secoli l’asse portante del turismo italiano. Oggi sono oltre 28.000 le concessioni demaniali marittime con circa 400.000 occupati che in diverse regioni rappresentano la principale fonte economica per le località costiere.
“Salvare la tipicità delle nostre imprese quale punto di forza del sistema turistico nazionale è l’obiettivo principale” - afferma Mario Morrapresidente regione Campania del S.I.B. Sindacato Italiano Balneariaderente alla Confcommercio, intervenendo al convegno presso la Mostra d’Oltremare a Napoli.
“Duecento anni di storia - continua Morra - non possono e non devono essere disperse insieme alle professionalità degli imprenditori balneari che hanno avuto il merito di preservare e di mettere a sistema le bellezze naturali costiere del nostro Paese”.
Nel Mezzogiorno, grazie anche alla favorevole posizione geografica, l’apporto che il comparto turistico-balneare fornisce al settore economico, occupazionale e sociale è fondamentale, contribuendo in maniera rilevante al Prodotto Interno Lordo. La recente norma che prevede in Campania la destagionalizzazione delle attività balneari, consentendo di poter usufruire tutto l’anno dell’offerta di queste imprese, assicura benefici ad aziende e lavoratori ai quali vengono garantite maggiori opportunità di impiego.
Oggi registriamo sempre più una crescente domanda di turismo sociale, che è l’asse portante del moderno sistema del welfare, e gli stabilimenti balneari ne rappresentano la massima espressione.
Anche solo per questo motivo il settore andrebbe, quindi, incentivato e supportato. Un altro degli aspetti fondamentali del ruolo delle imprese balneari è legato, poi, al lavoro in favore della tutela ambientale: dalla salvaguardia delle coste alla raccolta differenziata dei rifiuti.
Alla luce del ribadito ruolo sociale dell’impresa turistico-balneare va, dunque, ridefinito il proprio status giuridico anche in rapporto all’utilizzazione dei beni strumentali all’esercizio dell’impresa.
Il superamento dello schema della concessione demaniale degli arenili su cui queste imprese esercitano la propria attività si pone, allora, alla fine di un complesso itinerario giuridico che comporta il totale e radicale rinnovamento dell’ordinamento del settore.
E proprio i problemi e le problematiche che, tra qualche anno, dovranno affrontare le imprese balneari italiane rischiano di destabilizzare l’intero settore e di dare un duro colpo non solo all’economia turistica ma all’immagine stessa dell’Italia nel mondo.
A maggior ragione nelle regioni del Mezzogiorno, quando dopo l’anno 2015 dovrà essere applicata la direttiva comunitaria sulle concessioni demaniali, sono a rischio migliaia di posti di lavoro.
Il pericolo, poi, è aggravato dal fatto che la malavita organizzata potrebbe prendere il sopravvento, grazie alla possibilità di disporre di grandi quantità di denaro, scegliendo di investire in questo settore gli incassi di indubbia provenienza, monopolizzando, di fatto, a proprio uso e consumo ampi tratti di litorale, con tutte quelle conseguenze facilmente immaginabili.
Il S.I.B. sta predisponendo un documento, insieme alle altre organizzazioni di categoria, in maniera da affrontare concretamente questo problema e presentare formalmente una nota unitaria che possa costruire un nuovo quadro normativo per il settore in grado di assicurare quelle certezze di durata e di sopravvivenza che rappresentano la condizione indispensabile per favorire gli investimenti e la crescita delle imprese che, con la loro peculiarità tutta italiana, hanno fatto la storia e determinato il successo del turismo balneare del nostro Paese.