“Siamo qui in piazza a Roma con la Fipe e la Confcommercio non solo per ribadire con forza che la balneazione attrezzata italiana ha bisogno di una data certa per la riapertura delle proprie attività ricreative all'aperto - ha affermato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari - ma anche per lanciare un messaggio di fiducia alle famiglie italiane e, soprattutto, per non perdere fette importanti della domanda turistica internazionale”.
Questa situazione di incertezza e di assenza di date per la ripartenza turistica rischia di far perdere al nostro Paese segmenti significativi della domanda nel mercato internazionale delle vacanze, mai come oggi così agguerrito e competitivo.
“Già altri Paesi nostri diretti competitor, come la Grecia e la Spagna, si stanno avvantaggiando di questa assenza di prospettiva - ha continuato Capacchione - l’Italia o riparte questa estate o rischia di non ripartire più”.
Le 30.000 imprese balneari italiane hanno bisogno di certezze, a tal fine ricordiamo che è tempo di superare definitivamente la situazione di precarietà e di assenza di futuro determinato dall'errata applicazione al settore della Direttiva Bolkestein. Lo scorso anno la destinazione mare ha costituito il 60% delle vacanze complessive.
“Confermiamo i protocolli del 2020: 10 metri quadrati per ombrelloni - ha concluso Capacchione - (distanza di 3,40 metri tra loro), sanificazione, tracciamento, ecc. e diamo speranza al turismo italiano. Perché o ripartono le aziende balneari o davvero il Paese rischia di non ripartire”.