Le imprese balneari scontano i conflitti amministrativi e le inadempienze dei Comuni. A rischio decine di posti di lavoro: Rimuovere i sigilli immediatamente. Il Sindacato ricorrerà alle vie legali per tutelare i 4 colleghi coinvolti
"Non è colpa degli imprenditori balneari se il Comune di Castellammare di Stabia non è in grado di predisporre i PUA – Piani di Utilizzazione degli Arenili" afferma Salvatore Trinchillo, Presidente S.I.B. – Sindacato Italiano Balneari di Napoli aderente alla Confcommercio, commentando il sequestro dei quattro stabilimenti balneari effettuati ieri. "Anzi - prosegue Trinchillo - mi preme sottolineare la disponibilità della nostra categoria a collaborare affinché possano essere redatti al più presto. Non è assolutamente vero che gli stabilimenti balneari posti sotto sequestro: Garden Beach, Bagno Elena, Lido Moderno e La Limpida sono privi di autorizzazioni. La legge nazionale n. 494 del 1993 e l'art. 10 della legge n. 88 sanciscono la tutela del concessionario con il rinnovo automatico alla scadenza naturale per altri 6 anni". "Riteniamo pertanto illegittimo il provvedimento adottato nei confronti di questi 4 stabilimenti balneari e chiediamo che i sigilli apposti vengano rimossi al più presto - continua Trinchillo - ricorreremo in sede amministrativa e adiremo alle vie legali per tutelare i nostri colleghi". "Mi preme, infine, sottolineare - conclude Trinchillo - che sia a Castellammare di Stabia così come lungo tutto il litorale napoletano la maggior parte delle aree di competenza comunale situate in prossimità della costa lasciate libere o abbandonate sono diventate, oggi, una discarica a cielo aperto, costituendo un serio pericolo per la collettività, quando non occupate abusivamente da parte della delinquenza locale".