CANONI DEMANIALI MARITTIMI: STATO DI AGITAZIONE DEGLI IMPRENDITORI E SERRATA DI 10.000 STABILIMENTI BALNEARI

Giu
11
2004

Vogliamo lavorare con tranquillità senza subire le rivendicazioni da parte di chi ha gestito -male- per anni il demanio marittimo, non vogliamo essere imprenditori di serie “B”...

SIGNORI: SI CHIUDE!

CANONI DEMANIALI MARITTIMI: STATO DI AGITAZIONE DEGLI IMPRENDITORI E SERRATA DI 10.000 STABILIMENTI BALNEARI

 “Vogliamo lavorare con tranquillità senza subire le rivendicazioni da parte di chi ha gestito -male- per anni il demanio marittimo, non vogliamo essere imprenditori di serie “B”, non vogliamo ulteriori balzelli”. Queste le dichiarazioni di Riccardo Scarselli, Presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente alla F.I.P.E. Confcommercio, che associa circa 10.000 stabilimenti balneari, in merito all’aumento del 250%, previsto a partire dal 2004, dei canoni demaniali marittimi, malgrado gli stessi siano correttamente aggiornati ogni anno secondo la rivalutazione Istat.

“Quest’anno, poi, siamo già penalizzati da un inizio della stagione estiva non esaltante a causa sia del tempo incerto sia della recessione turistica in atto, malgrado molti dei nostri associati abbiano ampliato e qualificato la propria offerta dei servizi di spiaggia.

Siamo, invece, favorevoli alle spiagge libere in alternativa allo stabilimento balneare, ma i turisti devono pretendere di avere sicurezza, pulizia e servizi minimi, ci offriamo, pertanto, di collaborare con i Comuni affinchè ciò sia possibile, anzi, è nostra intenzione promuovere accordi con le Amministrazioni locali per agevolare le fasce sociali più deboli”.

Il Sindacato, poi, preso atto che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - con il decreto interministeriale disposto dall’art. 2, comma 53, della legge 24 dicembre 2003 n. 350 - anziché rimuovere i problemi scaturenti dalla Finanziaria 2004 attraverso la rimodulazione dei parametri di calcolo dei canoni 2004, ha riproposto un aumento indiscriminato del 250%, solo nei confronti delle imprese turistico-ricreative, con decorrenza 1 gennaio 2004, (questo comporterebbe il versamento di canoni da parte dei concessionari balneari nell’anno 2005 con un aumento pari al 500%); considerato, inoltre, che l’entità sproporzionata dei canoni comporterebbe l’inevitabile crisi del settore con chiusura di molti degli stabilimenti balneari e, di conseguenza, disoccupazione, danno ambientale incalcolabile e, soprattutto, la fine del turismo balneare sulle coste italiane, chiede:

  1. la proroga al 31 dicembre 2004 del termine ultimo per l’emanazione del decreto interministeriale previsto dalla legge 350/2003 in ordine alla rivalutazione dei canoni 2004 per le concessioni demaniali finalizzate all’uso turistico-ricreativo delle spiagge;
  2. l’immediata costituzione di un comitato tecnico tra tutti i competenti organi istituzionali e le categorie imprenditoriali interessate per arrivare ad una proposta che, attraverso la perequazione dei dati reali attinenti all’effettivo gettito erariale sui canoni di specie e la necessità di assicurare l’incremento delle entrate previsto dalla finanziaria 2004 in 140 milioni di euro, riesca a definire dei nuovi parametri di calcolo dei canoni sopportabili per le imprese balneari.

 

Il S.I.B., pertanto, dichiara lo stato di agitazione della categoria e informa i Ministri Lunardi e Tremonti che, in caso di mancato riscontro alle proprie richieste, gli associati hanno espresso la ferma volontà per la disobbedienza fiscale e la conseguente serrata a tempo indeterminato dei 10.000 stabilimenti balneari.

Vedi anche:
Abstract del Rapporto sulla soddisfazione dei clienti degli stabilimenti balneari

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