Abbiamo la soluzione ma rimangono solo sei giorni per attuarla
“Vogliamo e dobbiamo partecipare al tavolo tecnico sull’aumento dei canoni demaniali marittimi ad uso turistico-ricreativo predisposto dal Consiglio dei Ministri”, tuona a gran voce Riccardo Scarselli, Presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio che associa circa 10.000 imprese. Crediamo fermamente che il problema vada risolto nell’ambito di una forte e leale concertazione tra Governo, Regioni e categorie interessate. “Abbiamo studiato una soluzione che assicurerà all’Erario un introito in linea con quanto richiesto dal Governo, senza, però, danneggiare irrimediabilmente le imprese balneari e l’intera immagine turistica del nostro Paese, continua Scarselli”. L’applicazione del 300% o del 250% sui canoni demaniali è assolutamente inattuabile, iniqua e sperequativa, perché non incentiva l’imprenditorialità e lo sviluppo socio-economico del settore. Molti stabilimenti balneari in questo modo rischiano la chiusura aumentando la disoccupazione e creando un danno incalcolabile all’immagine del turismo italiano, scontrandosi contemporaneamente con le direttive regionali che chiedono alle nostre imprese di aumentare la qualità dei servizi offerti. E’ iniziato il conto alla rovescia, il tempo rimasto per trovare una soluzione accettabile diminuisce ogni ora di più. Rimangono solo 6 giorni, trascorsi i quali, come già annunciato in più occasioni, il S.I.B.- F.I.P.E. attuerà su tutte le spiagge italiane forme ben più pesanti di protesta delle bandiere a mezz’asta, che potrebbero arrivare alla serrata: ombrelloni e lettini chiusi e nessun servizio di spiaggia. “Se è questo che il Governo vuole lo otterrà certamente, conclude Scarselli, siamo una categoria abituata a convivere ogni giorno con le avverse condizioni atmosferiche e non credevamo di dover combattere un’altra battaglia avendo la certezza che potrebbe essere l’ultima per alcuni di noi”.