“Per lo Stato non esistiamo”
VOGLIAMO PARLARE AGLI ITALIANI SU TUTTE LE SPIAGGE DEL PAESE
E’ a rischio L’offerta turistica balneare: 28.000 imprese, 600.000 addetti
Roma, 29 luglio 2011
“Per lo Stato non esistiamo”, questo il titolo della campagna nazionale estiva 2011 avviata dal S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente alla FIPE/Confcommercio su tutte le spiagge d’Italia.
Circa 300.000 manifesti saranno affissi negli stabilimenti balneari per portare a conoscenza dell’opinione pubblica il vero e proprio grido d’allarme lanciato dagli imprenditori per il grande momento di difficoltà che stanno vivendo: secondo la Direttiva Servizi e lo stesso Trattato dell’Unione Europea nel 2015 le concessioni demaniali andranno all’asta e con l’arenile anche gli stabilimenti balneari.
Tutto questo è assolutamente inaccettabile!
“Per lo Stato non esistiamo”. In nome di un ‘Principio Comunitario’ nel 2015 lo Stato potrebbe mettere all’asta le spiagge con sopra i nostri stabilimenti balneari, costruiti con tanta passione e un duro lavoro, favorendo i grandi gruppi industriali, le mafie e il riciclaggio di denaro. La tradizione turistica balneare italiana, fondata sul rapporto umano, la disponibilità, la cortesia, l’amore per questo lavoro rischia di scomparire per far posto ai servizi standardizzati delle multinazionali o addirittura a nessun servizio. Volete davvero che questo accada?
Quattro le tematiche affrontate nella campagna: ‘ambiente’, ‘bambini’, ‘cortesia’ e ‘sicurezza’: in spiaggia piace a tutti trovare un ambiente curato e tutelato, attenzione per i bambini, cortesia e disponibilità, assistenza e sicurezza. I gestori degli stabilimenti lavorano per il benessere, su tutte le spiagge italiane, con professionalità e innovazione.
In spiaggia, poi, è stata avviata una petizione contro il rinnovo delle concessioni degli stabilimenti balneari con procedure di evidenza pubblica. I turisti con una semplice firma potranno dimostrare in modo tangibile il proprio appoggio alla categoria.
“Il Sindacato con questa campagna vuole evidenziare quanto richiesto al Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto in ordine alla necessità di far uscire la categoria dalla Direttiva Bolkestein e dalla normativa europea” – dichiara Riccardo Borgo, Presidente del S.I.B.
“Anche il Parlamento, attraverso un l’Odg approvato all’unanimità dal Senato il 5 maggio scorso, ha condiviso questo percorso – continua Borgo – ed ha impegnato il Governo a prendere una iniziativa nei confronti della Comunità Europea così da evitare che, attraverso una evidenza pubblica, si vada a smantellare un complesso economico importante costituito da così tante piccole e medie imprese che negli anni ne hanno fortemente caratterizzato l’immagine e lo sviluppo. Con questa campagna intendiamo sensibilizzare l’opinione pubblica e coinvolgere i clienti in questa battaglia a difesa del sistema balneare italiano.
Chi utilizza i nostri servizi conosce bene la qualità dell’offerta ma soprattutto l’importanza sociale svolta da decenni dagli stabilimenti balneari italiani attraverso una molteplicità di servizi quali: la sicurezza sia in mare che sulla battigia, il primo soccorso, l’ordine pubblico ecc. ecc. Ci aspettiamo, inoltre, centinaia di migliaia di adesioni alla nostra petizione quale testimonianza solidale alla categoria, alla fine della stagione estiva i volumi con le firme saranno consegnati a Bruxelles a Michel Barnier, Commissario europeo per il Mercato Interno e i Servizi”.
Confermiamo che i nostri obiettivi inderogabili sono:
• l’abolizione dell’obbligo del rinnovo delle concessioni con procedura di evidenza pubblica (aste) ottenendo da Bruxelles una ‘deroga’ per le nostre imprese alla Direttiva Servizi e allo stesso Trattato CE o, comunque, qualsiasi altro strumento atto
a raggiungere analogo risultato;
• una legge parlamentare organica di riforma della normativa sulle concessioni, concertata e condivisa con le Regioni costiere e le Associazioni di categoria.
Oggi dietro i nostri servizi di spiaggia, (i migliori del mondo), a cui sono abituati i turisti c’è il lavoro di tre generazioni di balneari, 30.000 professionisti con i loro familiari, i loro collaboratori, un indotto che coinvolge oltre 600.000 persone. La tradizione legata all’offerta turistico-balneare dell’Italia è il punto di riferimento per molti Paesi, (e oggi molti hanno cominciato a copiarla), è il fiore all’occhiello del nostro turismo e va tutelata, salvaguardata, incentivata. Viceversa non solo ci sarebbe una pesantissima ricaduta occupazionale che aggraverebbe ancora di più una già difficile situazione economica generale, ma allontanerebbe – e di molto – il tentativo di risalita del turismo italiano ai vertici del mercato internazionale così come auspicato nel XVII Rapporto sul turismo.