Nella relazione svolta ieri dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi all’Assemblea generale della sua organizzazione vi è stato un attacco gratuito e superficiale alla questione delle concessioni balneari e degli ambulanti.
Polemica ripresa oggi, con enfasi, dal quotidiano confindustriale che da tempo si distingue con periodiche polemiche sulla delicata questione e che riporta fedelmente le sue parole: “Non voglio qui toccare il tema delle concessioni balneari e degli ambulanti: si commentano da sole le difese di partito perché si continui a protrarle senza gare”!
L’espressione liquidatoria e arrogante elude la complessità della nostra vicenda che impone un bilanciamento di diversi diritti e interessi tutti meritevoli di tutela e considerazione.
Infatti, come è noto il nostro Paese da tempo sta cercando di affrontare e risolvere la questione con serietà e senso di responsabilità nel pieno rispetto del diritto europeo e dei principi costituzionali che, è opportuno ricordarlo all’attuale capo del capitalismo nostrano, non tutela solo la concorrenza ma anche la proprietà aziendale, il legittimo affidamento e soprattutto il lavoro.
Evidentemente sfugge al Presidente di Confindustria la distinzione fra concessioni di capitali e quelle, come per i balneari e gli ambulanti, dove prevale o è esclusivo il fattore lavoro: quello fornito da decine di migliaia di famiglie che hanno determinato il successo del turismo italiano nel mercato internazionale delle vacanze.
Successo dovuto alla professionalità degli attuali operatori ma anche e soprattutto alla sua caratteristica di aziende con una gestione diretta e familiare ben più efficiente e gradita dagli utenti rispetto a una eventualmente diversa, omologata e impersonale, fornita dal grande capitale nazionale o internazionale.
Comprendiamo le mire di qualche capitalista nostrano ma in questo settore è quantomeno opportuno privilegiare non tanto l’investimento di capitale quanto quello del diretto lavoro del concessionario sia perché economicamente più efficiente e sia per evitare un eccessivo carico edilizio sulla costa con lesione delle sue caratteristiche ambientali.
E’ una questione che avrebbe, comunque, meritato una ben più profonda trattazione ma soprattutto più rispetto per settori economici costituiti, non da capitani d’industria dai forzieri ricolmi, ma da onesti lavoratori che anche quest’anno, come nello scorso, hanno determinato la ripartenza economica del Paese.