APPELLO DEI BALNEARI AI SENATORI

Nov
8
2012

A  TUTTI  I  SENATORI

On. Senatore

l'attuale  Legislatura, ormai  prossima alla fine, nonostante numerosi pronunciamenti politici (v. odg del 5 maggio 2011 Senato e odg del 5 maggio 2012  della Conferenza delle Regioni ), non ha ancora risolto il problema della durata dei nostri titoli concessori  creatosi a seguito dell’abrogazione legislativa del cd.diritto di insistenza con l’articolo 1 comma 18 della legge n. 25 del 26 febbraio 2010 e il cd rinnovo automatico con l’articolo 11 comma 1 della legge n. 217 del 15 dicembre 2011.

Lo schema di decreto legislativo predisposto dal Governo su delega del Parlamento ex articolo 11 comma secondo della legge n. 217\2011, se approvato, determinerebbe la fine del modello di balneazione italiana con l’unico effetto di creare un esteso e paralizzante contenzioso da parte delle imprese che si vedrebbero confiscate le loro aziende senza un integrale  e  serio indennizzo conforme alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Anche la  promessa verifica  della possibilità di evitare la pubblica evidenza,  a partire dal  1 gennaio 2016, delle concessioni vigenti da effettuarsi con le Autorità comunitarie, dopo che sono inutilmente trascorsi  otto mesi dal suo annuncio da parte dei ministri Moavero Milanesi e Gnudi, sembra  diventare  sempre più problematica. Infatti tale incontro, dato  più volte come imminente,  non si è ancora concretizzato e, ancora ieri 6 novembre 2012, il Ministro Moavero,  nell’incontro con la nostra rappresentanza parlamentare a Bruxelles, non ne ha indicato tempi e modalità.

Tutto ciò rischia di determinare  una soluzione non confacente alla tutela di una specificità italiana come sicuramente è il turismo balneare e delle imprese che vi hanno dato vita , oppure   il rinvio della soluzione alla prossima Legislatura, pericolosamente vicina alla scadenza del termine del 31 dicembre 2015, prolungando questa situazione di paralisi degli investimenti proprio nel momento in cui dovrebbero ripartire con più forza e vigore.

Questa Legislatura rischia, pertanto, di concludersi con un bilancio disastroso per il turismo balneare italiano avendo eliminato  tutte le norme che garantivano la durata continuativa delle imprese e senza aver introdotto alcuna norma di tutela per quelle attualmente operanti. Urge, pertanto, una iniziativa legislativa da parte del Parlamento nel quale si è più volte manifestata la comprensione per le ragioni delle imprese che rappresentiamo.

A tale scopo, impregiudicata la ricerca di soluzioni più avanzate, riteniamo di dover sollecitare, per l’immediato, una specifica norma che preveda una diversa durata delle concessioni demaniali marittime da rilasciare ed in essere portandola dagli attuali sei a trenta anni.

Una   norma che  troverebbe  un suo recentissimo precedente in quanto disposto dall’articolo 34 comma 12 del D.L. n. 179 del 18 ottobre 2012 A.S. n. 3533 in materia di concessioni di beni per lo stoccaggio di gas e la cui conversione è attualmente in discussione al Senato. Inoltre sarebbe  analoga, ancorchè di durata inferiore, a quella varata dal Governo spagnolo lo scorso 4 ottobre 2012, n. 121\000029di revisione della Ley 28 de julio 1988, n. 22, attualmente in discussione presso quel Parlamento e che ha trovato già positivo accoglimento da parte della Commissione europea nella persona del Commissario alla giustizia Viviane Reding (v. Comunicato stampa del 3 agosto 2012). 

Nessun balneare italiano comprenderebbe il mancato varo, da parte del nostro Parlamento, di una disposizione che assicuri un congruo differimento della data di “morte” delle oltre 30.000 imprese a fronte di una così unanime e ripetutamente manifestata vicinanza politica e comprensione delle molte ragioni della categoria.

Riteniamo che sia ora, il tempo per schierarsi a favore o contro le nostre imprese.

Non è più tempo di odg o di mozioni. E’ il tempo di norme cogenti ed efficaci 

Siamo certi della Sua  condivisione e confidiamo sulla Sua  concreta iniziativa al riguardo.