Dal giorno 14 aprile sono possibili attività di manutenzione, pulizia e vigilanza dei locali aziendali da parte dei titolari, propri dipendenti o collaboratori previa semplice comunicazione al Prefetto territorialmente competente.
Come è noto in data 4 aprile abbiamo inviato un Interpello urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri e per conoscenza anche ai Ministri della Salute e per lo Sviluppo Economico, per chiarire la possibilità delle nostre aziende di effettuare i lavori di manutenzione, di pulizia e di vigilanza anche in considerazione che alcune Regioni (Emilia Romagna e Veneto) hanno autorizzato ad effettuare queste attività sulle coste di loro competenza.
Nei giorni successivi abbiamo effettuato innumerevoli sollecitazioni per l’ottenimento di siffatti chiarimenti.
Il nuovo DPCM emesso ieri dal Presidente del Consiglio dei Ministri prevede che “per le attività produttive sospese è ammesso, previa comunicazione al Prefetto, l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservative e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di polizia e sanificazione” (’articolo 2 comma 12).
È del tutto evidente che siffatta norma riguarda anche le nostre aziende.
Sta di fatto, però, che si fa riferimento solo “ai locali aziendali” non anche alle aree di pertinenza e/o in concessione così come, invece, espressamente previsto dalle Ordinanze del Veneto ed Emilia Romagna.
Abbiamo, pertanto, inoltrato oggi un altro Interpello allo scopo di chiarire se le attività manutentive, di vigilanza e di pulizia possano essere espletate anche in queste aree pertinenziali e non solo nei locali aziendali ma soprattutto se le stesse comprendano anche il montaggio delle cabine, chioschi e giochi per bambini.
È a noi tutti noto che, in alcune realtà, la permanenza di detti manufatti e attrezzature è stagionale (e non annuale come nella generalità dei casi) per cui c’è la necessità che vengano rimontate prima della stagione estiva.
È una ulteriore conferma della totale ignoranza, da parte della burocrazia ministeriale, della specificità del nostro lavoro e delle modalità operative della balneazione attrezzata italiana.
Sarebbe stato e sarebbe opportuno anche eliminare la formalità della comunicazione al Prefetto così come avviene per la costa Veneta e Romagnola.
Questa volta l’Interpello l’abbiamo inoltrato anche con la FIBA nostra tradizionale alleata, non solo perché da sempre operiamo con spirito unitario, ma anche perché riteniamo che oggi come non mai c’è bisogno della compattezza e dell’unità della nostra categoria.
Si allegano l’Interpello e il DPCM del 10 aprile 2020.