Abbiamo stamane fatto un appello rivolto a tutti ad evitare polemiche strumentali stante la delicatezza della questione riguardante decine di migliaia di famiglie di lavoratori autonomi che rischiano di perdere lavoro e il frutto del loro lavoro.
Purtroppo siamo costretti a constatare che questo nostro appello non è stato raccolto da tutti.
È il caso dell'on. Bonelli che, pur di attaccare i balneari, utilizza dati non corretti e fuorvianti.
Il giro d'affari stimato per i balneari è un settimo di quello indicato sul quale detrarre le spese e le tasse.
Per i balneari il costo fiscale è particolarmente vessatorio.
Ricordiamo, infatti, che mentre per tutte le aziende turistiche l'aliquota IVA è del 10% per gli stabilimenti balneari è più del doppio : il 22%.
Che gli stabilimenti balneari sono obbligati a pagare l'IMU ancorché siano affittuari e non proprietari.
Che gli stabilimenti balneari pagano la TARI anche per periodi in cui sono chiusi e per aree improduttive di rifiuti in spregio al principio di diritto europeo " chi inquina paghi ".
Il gettito dei canoni indicato non solo non comprende quanto incassato direttamente da alcune Regioni a statuto speciale (come la Sicilia) ma, soprattutto, non contiene le maggiorazioni regionali che arrivano anche al 100% in più.
Comunque i balneari da sempre chiedono di rivedere questi criteri sbagliati e ingiusti perché c'è chi paga tanto e chi poco.
Criteri che, giova ricordare, sono stati determinati con la legge 296/2006 quando l'on. Bonelli era, alla Camera dei Deputati, il Capogruppo di uno dei principali partiti dell'allora Governo.
Per cui questi canoni l'on. Bonelli non solo li ha approvati ma ha anche contribuito a determinarli.
La questione balneare è drammatica.
Merita serietà e anche onestà intellettuale.
Proprio ciò che ancora una volta sono mancati all'on. Bonelli.
Il presidente Tonino Capacchione